La tonnara di Favignana: da eccellenza dell’economia siciliana a polo museale

Quella di Favignana, nelle isole Egadi, è una delle più grandi tonnare di tutto il Mediterraneo: 32 mila metri quadrati (di cui i 3/4 coperti) che rappresentano un importante tassello della storia e delle tradizioni isolane, nonché una delle eccellenze dell’economia siciliana tra l’Ottocento ed il Novecento.

Conosciuta come “Ex Stabilimento Florio” – è stata presa in gestione dalla famiglia Florio nel 1841 – a metà dell’Ottocento aveva una capacità produttiva di oltre 10.000 tonni l’anno e sin d’allora è stata una fucina di innovazioni nella cattura e lavorazione del pesce.

A Favignana i Florio hanno introdotto la conservazione del tonno sott’olio, affiancandola a quella tradizionale sotto sale; sono anche stati tra i primi ad utilizzare delle particolari scatolette di latta con apertura a chiave, presentate all’Esposizione Universale del 1891-92.

La pesca del tonno è una vera e propria arte, che ha il suo culmine nella mattanza. Si inizia nel mese di aprile, periodo in cui i tonnaroti mettono in mare le reti: queste possono raggiungere un’estensione anche di 4/5 km e vanno a formare delle camere nelle quali i tonni sono spinti ad addentrarsi. Essendo intercettati alla fine del loro percorso migratorio, i tonni pescati sono tendenzialmente i più grossi. In maggio, le barche – agli ordini del rais – accerchiano le reti e dopo qualche giorno si dà il via alla mattanza vera e propria. A terra, invece, si procede con lo stoccaggio e la lavorazione delle carni.

I prodotti della tonnara sono diversi: i più noti sono probabilmente la ventresca e la bottarga, ma vi si ricava anche buzzonaglia, scapece, lattume, musciame, tarantello, ficazza, polmonello e cuore.

Oggi questo tipo di pesca è in disuso, soppiantato dalla pesca industriale, ma anche per via di fattori ambientali quali il crescente inquinamento dei nostri mari e la diminuzione della popolazione dei tonni (motivo per il quale le campagne di pesca dei tonni sono fortemente regolamentate).

La tonnara di Favignana ha cessato ufficialmente la propria attività commerciale nel 2007, ma già dal 1991 è stata acquisita dalla Regione Sicilia, che ha avviato il progetto di riqualificazione del sito, culminato il 13 agosto con la riapertura del polo museale.

Grazie ad un finanziamento di 180 mila euro, è stato possibile ripristinare la sicurezza della tonnara e consentire di nuovo – dopo dieci mesi di stop – l’accesso al pubblico, per ammirare questo luogo convertito a museo di archeologia industriale: in soli due giorni si sono registrate 1.135 presenze, un vero e proprio record e un segnale positivo sia per il turismo sia per la comunità locale.

I visitatori possono ammirare le attrezzature, le ancore e le barche della mattanza ancora custodite nella tonnara e attraverso installazioni multimediali ripercorrere la storia di questo stabilimento, che per generazioni ha dato di che vivere agli abitanti di Favignana: sono i protagonisti stessi, attraverso 18 maxi-schermi, a raccontare l’epopea della cattura e della lavorazione dei tonni, mentre un documentario in bianco e nero dell’Istituto Luce, risalente agli anni Venti, ci riporta indietro nel tempo accompagnati dalle cialome, le cantilene dei pescatori.

Nel 2014 è prevista all’interno della tonnara l’apertura del Museo della battaglia delle Egadi (risalente al 241 a.C.), mentre diversi spazi dello stabilimento potranno essere utilizzati per eventi etno-culturali, allo scopo di destagionalizzare i flussi turistici e offrire lungo tutto l’anno attività d’interesse collettivo.

photo credit: Civa61 / CC BY-SA 3.0

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