Pesce crudo a tavola: le regole d’oro

In estate il pesce crudo è tra i protagonisti indiscussi delle nostre tavole: che si tratti di sushi o sashimi o di un nostrano crudo all’italiana, è importante che vengano rispettate alcune semplici regole, per garantire che il pesce sia privo di rischi e non rovinarsi il piacere.

I casi di salmonellosi e listeriosi legati al consumo di pesce crudo sono, infatti, pericolosamente in crescita, con conseguenze che spaziano dai problemi gastrointestinali all’epatite A.

Prima di tutto, attenzione alla qualità della materia prima: è sempre consigliabile rivolgersi ad un fornitore di fiducia (parliamo, in questo caso, del consumo casalingo) e comunque verificare la modalità di conservazione del prodotto. La legge prevede l’obbligo di congelamento a temperature non superiori a -20°C e per 24 ore del pesce prima di poter essere distribuito e messo in vendita, per prevenire il rischio di trasmissione di parassiti come l’Anisakis.

Inutile dire che il pesce Made in Italy sia decisamente da preferire: minore è il tempo che trascorre dal mare alla tavola e inferiore sarà anche la probabilità di sviluppare batteri nocivi. In generale, tutte le variazioni di temperatura incidono negativamente sulla freschezza, per questo occorre prestare la massima attenzione affinché il pesce non subisca shock termici nei diversi passaggi.

Anche nel frigorifero di casa, il pesce deve essere accuratamente protetto, per scongiurare l’ossidazione del prodotto. Inoltre, nella preparazione è bene evitare di lavorarlo eccessivamente, per non alterarne l’equilibrio.

In fondo, un buon pesce ha bisogno davvero di poco per essere valorizzato in tavola.

(Photocredits www.milanotoday.it)

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