Pesci mutanti? Lo strano caso del pesce gobione
Coca a fiumi e poi, attraverso lo sciacquone del water, ben distribuita nei corsi d’acqua fino al mare. Per non dire delle dosi sempre più massicce di farmaci e additivi che gli esseri umani ingurgitano pensando di tornare in salute o di migliorare le proprie prestazioni. Le tracce di ormoni e antibiotici espulsi dal nostro organismo sotto varie forme finiscono anch’esse in acqua, finendo per turbare ulteriormente equilibri già drammaticamente messi alla prova dall’inquinamento.
A farne le spese in questo momento sono i gobioni della Dore, che imbottiti di anticoncezionali hanno perso la loro identità sessuale. A valle del villaggio di Vertolaye (Francia), che ospita uno stabilimento della Sanofi, il 60 per cento degli esemplari è ermafrodito e presenta livelli fuori norma di una proteina che si chiama vitellogenina. A monte dell’impianto invece i ricercatori dell’Istituto nazionale francese per i rischi industriali e ambientali hanno osservato solo il 5 per cento di esemplari con i tratti sessuali sia maschili che femminili.
Ad essere daneggiati da questo massiccio inquinamento oltre ai pesci francesi sono anche i pesci italiani in particolar modo i pesci del Po, che sono particolarmente esposti ai cataboliti della cocaina. Secondo l’Istituto Scientifico Mario Negri, che ha analizzato il caso, ne scorrono nel Po quasi 4 chili al giorno. Ma non va dimenticato che anche le anfetamine, l’ecstasy, la morfina, l’eroina e la cannabis entrano nel micidiale cockatil.
Questi pesci inebriati di droghe però non rappresentano un problema sociale grave come quello di alcuni batteri resistenti agli antibiotici. Infatti, a valle di un impianto farmaceutico in India, ad esempio, un’equipe dell’università di Goteborg ha trovato una grande percentuale di batteri resistenti agli antibiotici. I microrganismi che sopravvivono nel brodo di coltura in cui sono presenti tutti questi farmaci acquisiscono infatti una pericolosissima resistenza. E rischiano prima o poi di tornare a minacciare le nostre vite. Questo problema è dovuto principalmente agli scarchi industriali non controllati più che all’uso di droghe da parte degli umani che poi vanno a finire nei fiumi una volta espulse dall’organismo.